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Archivio di Stato di Catanzaro

Patrimonio documentario

L’Archivio di Stato di Catanzaro conserva oltre 50.000 pezzi di materiale cartaceo, 1.384 pergamene, 491 mappe e 1.180 microfilm, con estremi cronologici 1307-1959.

La documentazione è articolata in tre sezioni: la prima comprende le carte del periodo preunitario (suddiviso in Antichi regimiPeriodo napoleonicoRestaurazione); la seconda comprende le carte del periodo postunitario; la terza comprende atti non riconducibili ad uffici o magistrature.      

Nella prima sezione ha senz’altro notevole importanza il fondo “Regia Udienza Provinciale”, che conserva documenti dall’anno 1654 all’anno 1808. Il fondo, attualmente in fase di riordino, è corredato da una schedatura che ha consentito agli studiosi la consultazione degli atti. La Regia Udienza fu un tribunale ordinario provinciale, al quale si poteva anche fare ricorso in grado di appello contro le sentenze emesse in prima istanza presso i tribunali locali dai governatori delle terre regie. In ultimo grado si poteva ricorrere ai due supremi tribunali napoletani, la Gran Corte della Vicaria ed il Sacro Regio Consiglio, per cause di maggiore rilevanza. Essa fu abolita con L. 20 maggio 1808, n. 140, in seguito all’istituzione dell’Intendenza in ogni provincia meridionale, che, come dettato dalla L. 8 agosto 1806, n. 132, aveva competenze civili e giudiziarie. Il fondo Regia Udienza conserva processi civili, ordinanze, dispacci reali e corrispondenza varia. Molti documenti sono scritti in spagnolo. Si precisa che mancano i processi penali, che, sicuramente, furono distrutti per disposizioni borboniche.                                                          

Ancora, tra le carte degli antichi regimi, merita particolare attenzione il fondo della Cassa sacra, magistratura straordinaria, nata in seguito al terribile terremoto del 5 febbraio 1783, che ebbe il compito specifico di ricostruire il territorio danneggiato e sconvolto da quell’evento. Istituita con dispaccio del 4 giugno 1784, gestì i beni degli aboliti monasteri e degli altri luoghi pii della provincia al fine di provvedere alla ricostruzione. Essa “carteggiava” con una Suprema Giunta di Corrispondenza, istituita a Napoli, relativamente ad affari amministrativi ed alle controversie in secondo esame. Fu soppressa nell’anno 1796 ed al suo posto fu istituita la “Delegazione frumentaria”, che ebbe il compito principale di definire i procedimenti lasciati aperti dalla Cassa sacra. Moltissime furono le pergamene che pervennero a questa magistratura. In merito c’è da ricordare che, in seguito a disposizioni ministeriali dell’anno 1846, la grandiosa raccolta di pergamene – circa 6000 – dei monasteri basiliani della Calabria confluì nel Grande Archivio di Napoli. Com’è noto, durante l’ultima guerra, le truppe tedesche in ritirata incendiarono Villa Montesano, presso San Paolo Bel Sito nel Nolano, dove, per motivi di sicurezza, erano state trasportate le serie archivistiche più preziose con una grave perdita per il patrimonio archivistico nazionale e locale. 

Il fondo Cassa sacra presenta le seguenti serie: Segreteria paganaSegreteria ecclesiasticaVendite e CensuazioniMastrodattiaListe di CaricoLibri antichi e platee, Razionalia, Ispezione di Reggio, Ispezione di Gerace. E’ ancora in corso il lavoro di riordino di molte altre carte che, a breve, saranno date in consultazione agli studiosi.            

E’ da evidenziare la presenza, nella seconda sezione, della magistratura nata in periodo francese e mantenuta dai Borboni, l’Intendenza, con competenza sull’amministrazione civile, finanziaria e militare. Inizialmente ebbe sede a Monteleone - l’attuale Vibo Valentia – e, dopo la restaurazione, a Catanzaro. Con i decreti 8-8-1806 e 8-12-1806, la Calabria fu divisa in due province: Citeriore, con capoluogo Cosenza e Ulteriore, con capoluogo Monteleone. 

Con la legge 1° maggio 1816, n. 360, riguardante la Circoscrizione  amministrativa delle Province dei Reali Domini al di qua del Faro (in vigore dal 1° gennaio 1817), la provincia di Calabria Ultra fu divisa in Calabria Ultra Prima, con capoluogo Reggio, e Calabria Ultra Seconda, con capoluogo Catanzaro.

L’Istituto conserva, inoltre, gli archivi giudiziari prodotti dalle singole magistrature operanti nell’ambito della circoscrizione della Corte d’Appello di Catanzaro. Il XIX secolo presenta un’organizzazione giudiziaria più articolata, in sostituzione della vecchia Regia Udienza. Da segnalare il Tribunale di I istanza, i Tribunali d’Appello ed i Tribunali Criminali, divenuti, in seguito, Corti Criminali e Corti di Appello. Alla Corte Criminale del decennio francese, seguì la Gran Corte Criminale, che, nei casi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato, prendeva il titolo di Gran Corte Speciale.

Nell’ambito della documentazione della Gran Corte Criminale sono da segnalare i processi politici che testimoniano la partecipazione catanzarese al processo risorgimentale e la lotta al brigantaggio.  Nel 2015 è stato versato il cosiddetto "Processo Valpreda".

La seconda sezione annovera, tra l’altro, la ricca documentazione del fondo Prefettura, comprensiva della serie Gabinetto, con documentazione del periodo fascista.

La terza sezione comprende documentazione eterogenea fonte di informazioni  utili alla storia locale, alla trasformazione territoriale nonché agli studi di genealogia, come gli Archivi Notarili, lo Stato Civile, le Liste di Leva ed i Ruoli Matricolari.

Altrettanto degni di menzione sono gli archivi privati donati all’Istituto: quello dell’on. Gaspare Colosimo (1916-1919) - Ministro delle Colonie dal 1916-1919 e Vice Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1919 –, quello del dott. Gregorio Sinatora (1911-1970 circa), pregevole studioso vissuto nel comune di Squillace (CZ). Degni di menzione sono anche l'archivio "Ninì Barbieri", donato nel 2014, e l'archivio del Gen. Armando Armani, che annovera una ricca documentazione fotografica sulla Grande guerra.

Di rilievo è, anche, l’archivio dello “Stabilimento metallurgico di Mongiana"(1761-1876): importante industria metallurgica che esportò i suoi prodotti oltre i confini del Regno di Napoli.          

Fa parte del fondo una piccola biblioteca specializzata di 51 pezzi, che è confluita nella biblioteca dell’Istituto.

L'Archivio conserva, inoltre, una notevole raccolta di pergamene (1307-1859) che è quanto rimane del grandioso fondo di circa 10.000 pergamene di cui nel 1846 fu disposto il trasferimento nel Grande Archivio di Napoli. Comprende diplomi regi, atti interessanti università e famiglie calabresi oltre ad una carta nautica portolano, probabilmente del XVI secolo.

L'Istituto annovera tra i suoi fondi quello dello Stato civile (bb., regg. e fasci n. 5.048), con estremi cronologici 1809-1865. La documentazione comprende anche processetti matrimoniali. Attualmente è possibile consultare gli atti accedendo al portale SAN-Antenati, curato dalla Direzione generale per gli Archivi, che ha reso disponibile l'enorme patrimonio documentario degli atti di stato civile esistente negli Archivi di Stato per condurre ricerche anagrafiche e genealogiche, finalizzate alla ricostruzione della storia di famiglie e di persone, ma anche alla storia sociale in senso lato.

Informazioni più dettagliate sul patrimonio documentario possono essere ricavate sul Sistema Informativo degli Archivi di Stato (SIAS) e sulla Guida Generale degli Archivi di Stato.



Ultimo aggiornamento: 13/05/2024